Tuesday, September 18, 2007

la banda del sogno interrotto


Chi era l'uomo che venne a chiederle il pizzo? "E' qui, seduto in aula". Vincenzo Conticello, proprietario della celebre "Antica focacceria San Francesco" di Palermo non ha esitazioni. Alla domanda del pm, ha risposto senza esitazione: "E' quel signore lì, quello seduto e che ha accanto a sè le stampelle. Allora non aveva le stampelle e si allontanò con il suo ciclomotore, del quale io presi il numero di targa".

Così, la vittima del racket indica senza esitazioni uno degli imputati del processo, Giovanni Di Salvo, che assieme a Francolino Spadaro, figlio del boss della Kalsa Tommaso e a Lorenzo D'Aleo, risponde della estorsione compiuta ai danni dell'antico locale nel centro storico di Palermo. Conticello ha accettato che le telecamere fossero presenti.


In aula anche il presidente onorario della Federazione antiracket, Tano Grasso, Pina Maisano Grassi, vedova di Libero Grassi, i ragazzi di "Addiopizzo" con le magliette che inneggiano alla reazione contro le estorsioni, ed Emanuela Alaimo, presidente del Coordinamento antiracket e antiusura. In un altro processo Vito Seidita, con il rito abbreviato è stato condannato a 8 anni.

Conticello, che ha risposto al pm Lia Sava, ha detto di essere stato avvicinato per primo da un certo Nino Scintilluni, soprannome di Antonino Lauricello, un altro dei presunti estortori.
da repubblica.it di oggi



"Oggi si è realizzato un obiettivo importante: quello di sottrarre alla solitudine il commerciante che si ribella alle estorsioni. Il riconoscimento da parte di Conticello del suo taglieggiatore avviene a Palermo, una città che dove Addiopizzo ha portato un elemento di grande novità e in un'aula dove ci siamo noi, i colleghi commercianti e le associazioni antiracket locali". È il commento di Tano Grasso all'udienza del processo ai presunti estortori dell'antica focacceria San Francesco a Palermo in cui ha testimoniato il titolare del negozio di gastronomia.

"Conticello - ha proseguito Grasso - non è e non sarà il solo. Dal punto di vista storico questo periodo mi ricorda il '91 quando, dopo l'omicidio Grassi, vi fu un'esplosione dell'attivismo antiracket".

Ma Grasso non si fa illusioni, lancia l'allarme sulla possibile reazione violenta di cosa nostra: "Siamo su un vulcano - dice - dopo le intimidazioni di Palermo, Catania, Gela, Caltanissetta e l'ultima di Agrigento nessuno è in grado di prevedere cosa succederà e se cosa nostra risponderà con fatti ancora più gravi. Si è creato un clima di 'passaparola' dentro la mafia che fa dire ai criminali: ecco, possiamo colpire".

da lasicilia.it di oggi

Labels:

0 Comments:

Post a Comment

<< Home