homo videns
piccola premessa. cito questo passo da sartori perché vi ho ritrovato il ritratto dei ragazzini con cui ho occasione di lavorare per delle lezioni private. svegli, simpatici, affettuosi, ma privi della capacità di cogliere qualsiasi stimolo che non sia audiovisivo o tecnologico della peggiore razza, poveri nell'espressione, manchevoli di allenamento nella deduzione logica e nella riflessione autonoma. il mio punto di vista coincide sostanzialmente con quello che leggerete, ma devo ammettere che forse il tono è troppo apocalittico. la mia opinione è più smorzata, non perché rifugga dalle idee radicali e provocatorie, ben vengano, ma perché appartengo a un'altra generazione. una generazione che considero meticcia, cresciuta col pc ma anche con gli ultimi bravi maestri vecchio stile che sono stati la nostra più grande fortuna. se non apprezzassi la tecnologia non sarei qui a scrivere sul mio blog. inutile, forse anche banale, dire che ogni nuovo mezzo sia una medaglia e abbia due volti. il punto è saper discernere quale dei due sia quello più fruttuoso per noi, avere lo spirito critico per usare uno strumento senza diventarne schiavi. questo, se è un terreno già molto sdrucciolevole per noi ventenni, rischia di essere il punto di non ritorno per chi è più piccolo.
"Non è affatto vero - come lasciano intendere i multimedialisti - che la perdita della cultura scritta è compensata dall'acquisizione di una cultura audiovisiva. Morto un re non è detto che se ne trovi un altro: si può restare anche senza re. Una moneta cattiva non compensa la moneta buona: la caccia. E tra cultura scritta e cultura audiovisiva c'è soltanto contrasto. Come osserva Ferrarotti (1997, pp. 94/95), <<la lettura richiede solitudine, concentrazione sulla pagina, capacità di apprezzare la chiarezza e la distinzione>>; mentre l'homo sentiens (l'equivalente ferrarottiano del mio homo videns) esibisce caratteristiche del tutto opposte:
<<La lettura lo stanca [...] Intuisce. Preferisce il significato contratto e fulmineo dell'immagine sintetica. Ne è affascinato e sedotto. Rinuncia al vincolo logico, alla sequenza ragionata, alla riflessione che necessariamente implica il ritorno su di sé [...] Cede all'impulso immediato, caldo, emotivamente coinvolgente. Sceglie il living on self-demand, quel modo di vita che è tipico dell'infante che mangia quando gli va, piange se avverte sconforto, dorme, si sveglia, soddisfa i suoi bisogni a caso.>> Il ritratto mi sembra perfetto. [...] Dicevo che si deve sempre cominciare, per rimediare, dalla presa di coscienza. I genitori, anche se oramai come genitori non sono un granché, si devono spaventare di quel che diverrà dei loro figli: sempre più anime perse, sbandati, anomici, annoiati, in psicanalisi, in crisi depressiva e, insomma,malati di vuoto . E dobbiamo reagire con la scuola e a scuola. L'andazzo è di riempire le aule di televisori e word processors. Dovremmo, invece, vietarli (lasciandoli soltanto all'addestramento tecnico, come si farebbe con un corso di dattilografia). A scuola i poveri bambini vanno divertiti . Così non si insegna nemmeno a scrivere, e il leggere è quanto più possibile emarginato. E così la scuola rinforza il video-bambino invece di contrastarlo. L'andazzo dei giornali è simile: è di scimmiottare e rincorrere la televisione alleggerendosi di contenuti seri, gonfiando e urlando eventi emotivi, aumentando il colore , oppure confezionando notizie in pacchettini da telegiornale. Alla fine di questa strada si arriva a Usa Today, il più vuoto dei quotidiani di informazione al mondo. I giornali farebbero meglio, invece, a dedicare ogni giorno una pagina alle sciocchezze, fatuità, trivialità, errori, strafalcioni, sentiti in televisione il giorno prima. Il pubblico si divertirebbe, leggerebbe i giornali per vendicarsi della televisione, e forse anche la televisione migliorerebbe. E a chi mi dice che queste sono azioni di retroguardia, rispondo: e se invece fossero di avanguardia?"
Giovanni Sartori, Homo videns
"Non è affatto vero - come lasciano intendere i multimedialisti - che la perdita della cultura scritta è compensata dall'acquisizione di una cultura audiovisiva. Morto un re non è detto che se ne trovi un altro: si può restare anche senza re. Una moneta cattiva non compensa la moneta buona: la caccia. E tra cultura scritta e cultura audiovisiva c'è soltanto contrasto. Come osserva Ferrarotti (1997, pp. 94/95), <<la lettura richiede solitudine, concentrazione sulla pagina, capacità di apprezzare la chiarezza e la distinzione>>; mentre l'homo sentiens (l'equivalente ferrarottiano del mio homo videns) esibisce caratteristiche del tutto opposte:
<<La lettura lo stanca [...] Intuisce. Preferisce il significato contratto e fulmineo dell'immagine sintetica. Ne è affascinato e sedotto. Rinuncia al vincolo logico, alla sequenza ragionata, alla riflessione che necessariamente implica il ritorno su di sé [...] Cede all'impulso immediato, caldo, emotivamente coinvolgente. Sceglie il living on self-demand, quel modo di vita che è tipico dell'infante che mangia quando gli va, piange se avverte sconforto, dorme, si sveglia, soddisfa i suoi bisogni a caso.>> Il ritratto mi sembra perfetto. [...] Dicevo che si deve sempre cominciare, per rimediare, dalla presa di coscienza. I genitori, anche se oramai come genitori non sono un granché, si devono spaventare di quel che diverrà dei loro figli: sempre più anime perse, sbandati, anomici, annoiati, in psicanalisi, in crisi depressiva e, insomma,
Giovanni Sartori, Homo videns
Labels: cultura, educazione, parole, res, tecnologia
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