Friday, April 27, 2007

biagi e gli altri


biagi è tornato. con la classe, la sobrietà e la professionalità di sempre. l'unico che fra le tante parole sprecate in televisione parli di come è fatto questo paese. in due puntate del suo modesto ma potente rotocalco ha già raccontato di chi non arriva a fine mese, dei morti sul lavoro, della mafia, della libertà d'espressione, della magistratura, della sanità. e ha ricordato la resistenza senza retorica a un'italia sempre più smemorata. una lezione di giornalismo e di dignità a tutti quelli che del giornalista hanno solo l'iscrizione all'albo, quelli che passano la giornata a rincorrere il politico per chiedergli cosa abbia mangiato per cena e se sia stato di suo gradimento, quelli che infieriscono sui parenti delle vittime "adesso che suo figlio è morto, lei come sta?". rotocalco televisivo va in onda su rai tre, in seconda serata. piazzamento disagevole nel palinsesto, ma sono certa che questo non sarà un problema. poi, meglio così che sulla rai uno di del noce e accanto al tg1 di riotta. mi trovo costretta a un errata corrige sull'uomo sul quale avevo nutrito speranze di riscatto per il più importante tiggì. tutto fumo e niente arrosto, anzi tutto fumo e il solito arrosto. l'esordio era stato incoraggiante: un giornalista bravo e competente (cercatevi gli articoli dell'archivio del corriere e soprattutto la sua rubrica su corriere magazine, erano pezzi bellissimi), niente panini umilianti, servizi scientifici anziché gossip, editoriali coraggiosi. lo sviluppo è stato pessimo: ha cominciato col demolire tv7, ex ottimo rotocalco, trasformandolo in una trasmissione col giornalista-presentatore e ospiti del calibro di riccardo scamarcio che si cimentano in analisi politiche sull'afghanistan. ogni occasione è diventata buona per autoincensarsi, come il big brother di orwell che ricordava ai cittadini di londra la sua grandezza. dati auditel annunciati trionfalmente per cantarsela e suonarsela da solo. il panino nel frattempo, zitto zitto mogio mogio, è tornato e nessuno ci ha fatto poi tanto caso. il faccione di plastica di casini è sempre più presente nella pagina di politica, in interviste tutte per lui. la politica estera si è appiattita. e poi gossip e stupidaggini a go go, copiate pari pari dalle pagine web del corsera, dalla lapdance in metro a milano alla donna più sexy del mondo secondo people. vabbé l'amicizia con quell'altro degno compare di mieli, ma forse riotta è ormai cresciutello per copiare dal compagno di banco, no? un programma degno di attenzione invece è l'infedele di gad lerner, su la7. è un pò una zona franca del giornalismo in tv, lo guardano in pochi e per questo sono concesse licenze poetiche a un lerner sovrano assoluto ma illuminato. peccato che forse marci troppo sull'essere di nicchia e meno male che da lui i politici si dosano col contagocce. chiudo con una chicca che ho visto di sfuggita su blob. su rai due, in infima serata, c'è un programma con giovani giornalisti che si sentono uomini vissuti e si mettono in posa davanti la telecamera. credo si chiami ring o qualcosa di simile, la scenografia è appunto un ring dove sale l'intervistato. bene, blob ha ritrasmesso uno stralcio dell'intervista a lamberto sposini che, udite udite, accusa l'ignoto giovincello intervistatore di essere un pessimo giornalista... ahahahahahahahahahahahah!!!!!

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3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

"ma mi faccia il piacere" esclamava il buon Toto'!! Ma ci faccia il piacere il signor Biagi con la storia dell'editto bulgaro e dell'epurazione! Ancora nel 2002 (governo Berlusconi), conduceva "il Fatto" che era in grave crisi di ascolto contro "Striscia la notizia". La Rai, alla faccia dell'epurazione e della censura, propose a Biagi di sospendere "il Fatto" e realizzare un nuovo programma biennale di ben dieci speciali in prima serata e venti puntate in seconda serata. Biagi rilascia dichiarazioni di grande soddisfazione per l'accordo raggiunto, ma improvvisamente si ricorda (o qualcuno gli suggerisce opportunamente di fare il martire) de "il Fatto" e decide di puntare i piedi. La Rai tenta una mediazione e gli propone di mantenere in vita anche "il Fatto", ma su Rai3. Biagi declina la proposta adducendo motivazioni strettamente personali e decide di trattare l'abbandono dell'azienda. Ottiene l'equivalente di 3 miliardi di lire piu' le spese ed il suo legale rilascia una dichiarazione parlando di un accordo effettuato con il pieno consenso e piena soddisfazione dell’interessato. Lo stesso Biagi in un'intervista all’ANSA, ha successivamente precisato di non essere stato "buttato fuori" dalla Rai, ma al contrario d'aver raggiunto con la stessa e di sua iniziativa, un accordo pienamente soddisfacente che gratificava, sotto tutti i profili, morali e materiali, i suoi 41 anni dedicati alla Rai alla quale aveva dato tanto e altrettanto aveva ricevuto. Adesso questo grande martire ritorna in tv con un ingaggio da un milione l’euro all’anno, per due anni. Cosa fa adesso il grande Biagi? Vuol farci dimenticare le splendide pagine di giornalismo che ha scritto (una per tutte, la scandalosa intervista a Benigni alla vigilia delle elezioni)e recitare la parte del giornalista impegnato? Ma mi faccia il piacere!

6:57 PM  
Blogger ruokkalusikka said...

che biagi guadagnasse tanto prima e dopo l'assenza dalla rai era una cosa risaputa e non credo che cambi le cose. resta una cosa scandalosa che un primo ministro dichiari che si fa un uso criminoso della tv pubblica solo perché, in definitiva, si dicono cose contro di lui. in qualsiasi altro paese queste cose non succedono.

8:50 PM  
Blogger ruokkalusikka said...

errata corrige. mi sono accorta di aver fatto una ripetizione nella risposta al commento. riparo subito: che biagi guadagnasse tanto prima e dopo l'assenza dalla rai era una cosa risaputa e non credo che cambi nulla.
:D

8:53 PM  

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