Friday, May 23, 2008

la domanda


sedici anni fa la mafia uccideva giovanni falcone. nelle sale questa settimana è uscito gomorra, tratto dal libro di saviano. uno dei modi per raccogliere l'eredità di chi è morto combattendo la mafia, il più provocatorio e diretto, il più agghiacciante e diametralmente opposto alla solita retorica, è cercare di rispondere a questa domanda: ora che sai come funziona la faida tra clan, come ci si divide la piazza dello spaccio, come nascono le discariche abusive di materiali tossici, come si reclutano i bambini e si addestrano a diventare killer, sei ancora sicuro di sapere da che parte staresti se vivessi a scampia o allo zen? sei ancora sicuro del tuo impegno o hai paura? non è semplice come sembra, chi ha la risposta pronta o è ingenuo, o è ipocrita o sceglie la camorra. il più grande merito di questo film, come di tutti gli esempi di lotta alle mafie, è metterci davanti allo specchio. il nostro compito è lavorare sulle nostre reazioni.
capire se siamo noi o no quelli riflessi.

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Tuesday, May 13, 2008

forma o sostanza, questo è il problema


il dilemma amletico sembra risolto in direzione della forma, visto che nessuno tra gli unanimi indignati si è preoccupato di smentire la sostanza delle affermazioni di marco travaglio...

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Friday, May 02, 2008

il postino suona sempre due volte...



... e voi siate gentili con lui, apritegli sempre!

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Thursday, May 01, 2008

primo maggio


"Nel momento corrispondente all'appetito nella coscienza del signore, sembrava bensì che alla coscienza servile toccasse il lato del rapporto inessenziale verso la cosa, poichè quivi la cosa mantiene la sua indipendenza. L'appetito si è riservata la pura negazione dell'oggetto, e quindi l'intatto sentimento di se stesso. Ma tale appagamento è esso stesso soltanto un dileguare, perchè gli manca il lato oggettivo o il sussistere. Il lavoro, invece, è appetito tenuto a freno, è un dileguare trattenuto; ovvero: il lavoro forma. [...] Tale medio negativo o l'operare formativo costituiscono in pari tempo la singolarità o il puro esser-per-sè della coscienza che ora, nel lavoro, esce fuori di sè nell'elemento del permanere; così, quindi, la coscienza che lavora giunge all'intuizione dell'essere indipendente come di se stessa."

F. W. G. Hegel,
Die Phaenomenologie des Geistes

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