Wednesday, March 28, 2007

homo videns

piccola premessa. cito questo passo da sartori perché vi ho ritrovato il ritratto dei ragazzini con cui ho occasione di lavorare per delle lezioni private. svegli, simpatici, affettuosi, ma privi della capacità di cogliere qualsiasi stimolo che non sia audiovisivo o tecnologico della peggiore razza, poveri nell'espressione, manchevoli di allenamento nella deduzione logica e nella riflessione autonoma. il mio punto di vista coincide sostanzialmente con quello che leggerete, ma devo ammettere che forse il tono è troppo apocalittico. la mia opinione è più smorzata, non perché rifugga dalle idee radicali e provocatorie, ben vengano, ma perché appartengo a un'altra generazione. una generazione che considero meticcia, cresciuta col pc ma anche con gli ultimi bravi maestri vecchio stile che sono stati la nostra più grande fortuna. se non apprezzassi la tecnologia non sarei qui a scrivere sul mio blog. inutile, forse anche banale, dire che ogni nuovo mezzo sia una medaglia e abbia due volti. il punto è saper discernere quale dei due sia quello più fruttuoso per noi, avere lo spirito critico per usare uno strumento senza diventarne schiavi. questo, se è un terreno già molto sdrucciolevole per noi ventenni, rischia di essere il punto di non ritorno per chi è più piccolo.

"Non è affatto vero - come lasciano intendere i multimedialisti - che la perdita della cultura scritta è compensata dall'acquisizione di una cultura audiovisiva. Morto un re non è detto che se ne trovi un altro: si può restare anche senza re. Una moneta cattiva non compensa la moneta buona: la caccia. E tra cultura scritta e cultura audiovisiva c'è soltanto contrasto. Come osserva Ferrarotti (1997, pp. 94/95), <<
la lettura richiede solitudine, concentrazione sulla pagina, capacità di apprezzare la chiarezza e la distinzione>>; mentre l'homo sentiens (l'equivalente ferrarottiano del mio homo videns) esibisce caratteristiche del tutto opposte:
<<
La lettura lo stanca [...] Intuisce. Preferisce il significato contratto e fulmineo dell'immagine sintetica. Ne è affascinato e sedotto. Rinuncia al vincolo logico, alla sequenza ragionata, alla riflessione che necessariamente implica il ritorno su di sé [...] Cede all'impulso immediato, caldo, emotivamente coinvolgente. Sceglie il living on self-demand, quel modo di vita che è tipico dell'infante che mangia quando gli va, piange se avverte sconforto, dorme, si sveglia, soddisfa i suoi bisogni a caso.>> Il ritratto mi sembra perfetto. [...] Dicevo che si deve sempre cominciare, per rimediare, dalla presa di coscienza. I genitori, anche se oramai come genitori non sono un granché, si devono spaventare di quel che diverrà dei loro figli: sempre più anime perse, sbandati, anomici, annoiati, in psicanalisi, in crisi depressiva e, insomma, malati di vuoto. E dobbiamo reagire con la scuola e a scuola. L'andazzo è di riempire le aule di televisori e word processors. Dovremmo, invece, vietarli (lasciandoli soltanto all'addestramento tecnico, come si farebbe con un corso di dattilografia). A scuola i poveri bambini vanno divertiti. Così non si insegna nemmeno a scrivere, e il leggere è quanto più possibile emarginato. E così la scuola rinforza il video-bambino invece di contrastarlo. L'andazzo dei giornali è simile: è di scimmiottare e rincorrere la televisione alleggerendosi di contenuti seri, gonfiando e urlando eventi emotivi, aumentando il colore, oppure confezionando notizie in pacchettini da telegiornale. Alla fine di questa strada si arriva a Usa Today, il più vuoto dei quotidiani di informazione al mondo. I giornali farebbero meglio, invece, a dedicare ogni giorno una pagina alle sciocchezze, fatuità, trivialità, errori, strafalcioni, sentiti in televisione il giorno prima. Il pubblico si divertirebbe, leggerebbe i giornali per vendicarsidella televisione, e forse anche la televisione migliorerebbe. E a chi mi dice che queste sono azioni di retroguardia, rispondo: e se invece fossero di avanguardia?"

Giovanni Sartori, Homo videns

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Monday, March 19, 2007

attenti al dragone


la cina legalizza la proprietà privata ma, alla faccia del comunismo, i nuovi ricchi ne guadagneranno tantissimo, i contadini potrebbero ritrovarsi invece, da un momento all'altro, senza la loro fonte di sostentamento di una vita. la terra infatti resta statale e inalienabile, lo stato può sfrattare i poveracci per far posto a una nuova mega industria di qualche multinazionale, che godrà anche degli sgravi fiscali dedicati recentemente approvati. però almeno potranno importare il vezzo occidentale dei cartelli "attenti al cane" sui cancelli.

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non si imbavagliano i giornalisti


trovo indecente che la politica più autoreferenzialista e inciuciona che esista si trinceri dietro la difesa dei diritti dei cittadini, di cui non glien'è mai importato nulla (vedi l'ultima legge elettorale e l'indulto), per approvare il disegno di legge mastella sulle intercettazioni. non solo, vogliono anche accelerarne l'iter parlamentare. i dico stagnano alle camere e loro corrono a tappare gli spifferi che danneggerebbero la loro immagine. gentaglia come fabrizio corona e lele mora non mi piace, credo che non serva molto per giungere a questa considerazione, perciò non spenderò parole sul loro modo becero di arricchirsi a scapito degli altri, anche se questi altri non sono proprio stinchi di santo. dirò però che le intercettazioni non sono di sicuro un pericolo per la signora maria rossi e per la sua famiglia media. perciò poche storie: non si vogliono aprire gli armadi perché probabilmente ne uscirebbe un esercito di scheletri. il vero diritto dei cittadini è, nel rispetto della dignità di ognuno, sapere se chi predica bene razzola male, prima di fare le frittata votandolo. se, per esempio, chi mi dice che la famiglia è sacra poi va a mignotte, non è proprio una persona seria. certo, può far quel che vuole, ma non venga a farmi la morale. mastella si ricordi anche che se non gli piace l'informazione diversa da porta a porta (chi non sappia del precedente vada sul sito di annozero a vedere la replica dell'8 marzo), deve comunque ingoiare il rospo: NON SI IMBAVAGLIANO I GIORNALISTI! perciò, il ministro dell'ingiustizia e il garante dell'authority-farsa si rimangino la proposta del carcere per i cronisti che pubblichino i testi delle intercettazioni e ogni altra proposta liberticida. punire l'espressione col codice penale è degno dei migliori regimi.

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libero!


come si intuisce dalla data del post precedente, il blog non si aggiorna da un pò. ma ci tenevo a festeggiare la liberazione di daniele mastrogiacomo, inviato di repubblica in afghanistan.

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Thursday, March 08, 2007

buon 8 marzo


oggi maria laura rodotà ha scritto queste parole sull'8 marzo (dal corriere della sera).

"Come sempre, l'8 marzo offre molti spunti. Si può (a) parlare delle donne che vanno insieme in pizzeria e poi a vedere spogliarelli maschili; (b) lamentarsi molto perché ci sono ancora pochissime donne ministro e amministratore delegato; (c) ricordarsi che molte donne, anche da noi, non aspirano a ministeri e stock options; ma solo a uscire di casa, a non uscire solo accompagnate e coperte dalla testa ai piedi; e poi a non farsi menare (importante) o uccidere. L'opzione (c) è la meno gettonata. Perché sono donne difficili da raggiungere, perché vengono da culture diverse dalla nostra; perché accusare di maltrattamenti uomini di culture diverse, quasi sempre immigrati, può far sentire razziste. E islamofobiche, quando una donna è vittima di un musulmano si teme di scivolare nel politicamente scorrettissimo, o peggio. È un timore forte a sinistra, anche tra quel che rimane del movimento femminista. La scorsa estate, quando la Hina fu sgozzata dal padre, qualcuno notò le scarse reazioni; una femminista storico-sventata rispose «beh, il guaio è che è successo ad agosto, quando siamo tutte in vacanza», e non fu una bella figura. La brutta figura è continuata con il funerale (niente femministe, nessuna eletta dal popolo tranne Daniela Santanchè di An) e ora con il processo: nessuna organizzazione di donne si è costituita parte civile. Sulle femministe non c'è molto da infierire: già decenni fa il movimento si era ripiegato su sé stesso e sul «pensiero della differenza» ed era imploso. Sulle donne — e uomini — di sinistra ci sarebbe da dire di più. Delle immigrate si occupano poco o nulla. Non è un'anomalia italiana, anzi: in Germania avvocate come la turco-tedesca Seyran Ates hanno smesso di esercitare causa minacce; dall'Olanda Ayaan Hirsi Ali, sceneggiatrice del film Submission che costò la vita a Theo Van Gogh, è dovuta scappare; ora sta a Washington, in una fondazione conservatrice. E spesso è un paradosso, lo è nel caso di Hirsi Ali che si definisce «illuminista» e teorizza i danni alle donne del bigottismo religioso. Ma tant'è. E tanto vale riflettere. Chiedendosi di quale aiuto hanno bisogno le donne immigrate; come fa, isolata e benemerita, Susanna Camusso, capo della Cgil Lombardia, non a caso una sindacalista. Chiedendosi se lavorare per le donne è solo puntare al «potere rosa» o attorcigliarsi in un femminismo introspettivo; o se essere femministe — di destra e sinistra — oggi non voglia dire occuparsi dei diritti di tutte le donne che ancora ne hanno pochi. Sono la maggioranza, nel mondo, e a guardarsi in giro la situazione non migliora. Buon 8 marzo, comunque."

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Monday, March 05, 2007

uno su mille ce la fa


oggi è il gran giorno: finalmente aboliti quei maledetti costi aggiuntivi delle ricariche dei cellulari! io stessa, qualche post fa, avevo proposto la canonizzazione di bersani. nonostante quello che dirò tra poco, resto convinta che qualcuno doveva pur farlo e, chiunque fosse stato, l'importante era alleggerire le nostre tasche (sperando che non ci siano zavorre nascoste dietro l'angolo tariffario...). qualche mese fa girava in rete una petizione, rivolta all'authority europea per le telecomunicazioni, per eliminare questa tassa assurda. l'ho firmata anche io, ma non sapevo chi ne fosse il promotore (neanche l'ho cercato a dir la verità, mea culpa). oggi radio2 me l'ha presentato: la trasmissione 610 ha intervistato andrea d'ambra, 23 anni, studente napoletano di scienze politiche. andrea ha fatto le sue brave ricerchine e ha scoperto che eravamo gli unici idioti in europa a pagare le spese di questo cartello. l'ha fatto presente alle associazioni dei consumatori, che oggi vantano meriti che non gli spettano, e alle authorities che hanno assicurato un intervento entro fine 2007. ecco che entra in scena pigi bersani, scaltro come una volpe, come poteva non cogliere un'iniziativa così popolare? si potrebbe dire che non è stato corretto dare un colore politico a un provvedimento che andava comunque fatto. ma se avessimo dovuto aspettare i comodi di authorities e associazioni dei consumatori, ci ruberebbero ancora i soldi ad ogni ricarica. quindi rinnovo il ringraziamento a bersani e lo estendo, più grande, ad andrea d'ambra, che già annuncia la nuova battaglia: facciamoci restituire il maltolto! c'è riuscito una volta, aiutiamolo a farcela ancora. teniamoci aggiornati su
www.generazioneattiva.it e www.andreadambra.eu.

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